lunedì 31 ottobre 2011

D&H Torino: Movement vs. Club To Club, Tracks (/Trucks) Apart playlist (pt.2)

La nostra Trucks Apart, sempre in attesa di dedicarsi alla sua passione principale, cioè associare qualsiasi musica ad un tema, esce per una volta assieme alla sua  collega neonata, Ducks & Hats Torino.
Quindi, come promesso, ecco una mini Plalyist per farvi un'idea sui festival!


enjoy


MOVEMENT:
Underworld - Crocodile
Aufgang - Barock
Sueil - Prostitute (Visionquest Remix)
Cassy -  A plea for me
Damian Lazarus - Bloop Bleep
Cesaria Evora - Angola (Carl Craig Remix)
Laurent Garnier - Flashback
Space Dimension Controller - Mercurial Attraction
WhoMadeWho - Every Minute Alone (Tale Of Us Remix)























 CLUB TO CLUB:
 Apparat - Black Water 
Daphni (Caribou) - Yes I Know  
Modeselektor - German Clap
Pearson Sound - Blanked  
Kode9 - You don't Wash (possibilmente dub)
Egyptrixx - Barely 
Marcel Dettmann - Barrier





venerdì 28 ottobre 2011

D&H Torino: Movement vs Club to Club (pt.1)


Ok, questo è ufficialmente il primo post della pseudo rubrica su Torino, i suoi eventi e i suoi personaggi!
Con questo post si voleva aprire in grande stile, dato che tra poco ci sarà il nuovo confronto tra due tra i festival di musica elettronica più pompati d'Italia: Movement & Club to Club.

Incominciamo dal Movement: un festival di musica elettronica che dal 2006 è in continua trasformazione, e da qualche anno è in collegamento diretto con Detroit, che ha avuto come ospiti niente meno che Mr Fatboy Slim a far saltare le folle, senza parlare dei soliti grandi nomi come Hawtin, Vath, Loco Dice e chi più ne ha più ne metta.
E quest'anno punta su una scaletta di tutto rispetto: come superospitone c'è un grande ritorno a Torino per gli Underworld, già reduci da un gran spettacolo al Traffic di un paio di anni fa; a costituire la solidissima ossatura della macchina da guerra ci sono poi veterani della musica techno come Carl Craig in "Carl Craig 69" live, Laurent Garnier (sempre live), Derrick May accompagnati dalle nuove (consideriamole nuove) leve come Cassy, Guy Gerber, Steffi & Shinedoe.
Inoltre sempre calde le serate precedenti con il team del Cirocoloco (Tania Vulcano, Pullen & soci) e la serata elengatissima con gli Aufgang a teatro. 
Da tenere d'occhio gli Aufgang e le loro sperimentazioni sonore, Visionquest (quartetto di eccellenza con Troxler, Reeves, Curtiss & Crosson) progetto che manipola, crea e remixa il suono in modo unico mescolando le influenze dei vari tour mondiali, Damian Lazarus e i suoi suoni onirici. Fresca fresca e molto importante si annuncia poi la comparsa di novità come Space Dimension Controller con la sua voglia di galactic funk dall’Irlanda, e di gente come Tale of Us, infaticabili remixatori e uomini-spettacolo italo-berlinesi, anche loro made in Visionquest.
E poi naturalmente ci sono tutti gli altri.

Profilo completamente diverso per Club To Club, che sbarca a Torino, lanciato e rilanciato da anteprime a Milano e a Roma (con ancora fumanti i ricordi della scappata di questa primavera nell’immancabile Istanbul) con la sua undicesima edizione dal concept ambizioso e decisamente bomba: the italian new wave.  Perché "Qualcosa sta succedendo in Italia: THE ITALIAN NEW WAVE", lo ha twittato James Holden durante la scorsa edizione.
Esplorazioni delle arti digitali del suono, questa la materia del festival, ed esplorazioni il più possibile ampie. E allora avanti con rielaborazioni di Čajkovskij e Bartok all’Auditorum, come con ospitate dei resident del Berghain (rispetto per l’arrivo degli habitués Dettman & Ben  Klock) o scure Hyperdub nights con Kode9.
Quasi tutta l’elettronica è rappresentata nella lineup: un altro po’ di Detroit con Jeff Mills che festeggia i 20 anni di Axis records, l’imprevedibile e per fortuna a-prova-di-incasellamento con Caribou in dj set, la più che emersa Inghilterra di Ramadanman (oggi Pearson Sounds) e Zomby, l’Italia più complessa con la techno di Lucy, l’inedito “O” di Vaghe Stelle Stargate e A:RA, i set di Bertallot e Franky B. Ovviamente, poi, Germania in quantità, per non parlare della qualità: Apparat con band a presentare il nuovo album, e stesso si dica di Modeselektor.  Gelsomini per lo spirito poi con la presenza di Deniz Kurtel e Egyptrixx.
Tutto fuorché uno one-shot festival, anzi, una ragnatela di eventi capaci di riunire l’auditorium, il locale, il museo, la megaserata, esprimendo l’arte nel suono, nell’immagine, nello spazio, come si è visto con le esperienze di sonorizzazione spaziale di Maps of Enthusiasm, e come si potrà vedere in chiusura con il tributo all’Italia di Zeitgeist.

Fuori luogo fare un vero “vs.” di due esperienze così differenti, anche se molti nomi ritornano e suggeriscono legami fascinosi.
Come D&H ci siamo e ci saremo, e daremo un’occhiata a figure nuove come quelle che vi ho appena tirato fuori, per raccontare come Torino sia sempre di più una scena impossibile da trascurare.


Il giudizio sul confronto è naturalmente riservato alla fine dei due eventi (a breve un paio di Playlist per farsi un'idea!)

lunedì 24 ottobre 2011

Life in a Day




Ok lo dico subito questo post è in ritardo anzi ...in ritardo di un anno, ma visto che l' ho scoperto adesso ve lo faccio presente anche se probabilmente ne avrete sentito parlare o lo avrete visto tempo addietro.
"Life in a Day" documentario/film con la regia di Kevin Macdonald e la produzione di niente popò di meno che Ridley Scott,  si prefigge un compito difficile e mai tentato prima; il primo Social Movie della storia.Il 24 luglio 2010, gli utenti della community di YouTube, hanno avuto 24 ore di tempo (esattamente dalle 00:01 alle 23.59) per immortalare uno spaccato della propria vita con una videocamera ed inviare il/i file al relativo canale YouTube del progetto entro il 31 luglio 2010. Il produttore esecutivo è stato Ridley Scott che ha fatto selezionare i filmati dal regista Kevin Macdonald, già Premio Oscar al miglior documentario nel 2000, e montare i video selezionati da Joe Walker.
Il film completo dura 94 minuti e 57 secondi ed include scene tratte da 4.500 ore di girato disponibile in 80.000 iscrizioni provenienti da 140 nazioni.
Piccola osservazione simpatica...date un occhiata alla lista degli autori sulla pagina di Wikipedia dedicata al film.



domenica 16 ottobre 2011

D&H World: Life Under My Skin (France)

Life Under My Skin è un nuovo libro fotografico che segue un progetto realizzato da Anna Mazzas,giovane  fotografa francese (ha solo 25anni!), che ha seguito e ritratto 40 diversi soggetti, per cercare di cogliere l'essenza del tatuaggio moderno e le sue influenze.
Il libro purtroppo per ora è solo in francese, ed è stato pubblicato dalla Conti  in collaborazione con Diesel Fragrance & Mkf)
Il progetto in realtà è collegato anche ad una sezione del sito della diesel, in cui Anna pubblica periodicamente nuovi ritratti e nuove realtà (tra i vari il dj e producer SebastiAn aka Perdro Winter e suo fratello Thomas cantante e pittore di successo!)
L'idea mi piaceva, e qui di segutito potete trovare anche il link!
















sabato 15 ottobre 2011

Andrea Simoncini (Gibson)- La sottile linea tra fotografia e illustrazione

 

Guardando una sua fotografia non puoi far altro che rimanerne ipnotizato; un mix di colori, forme e luci che sommandosi è come se ti tirassero uno schiaffo in piena faccia. Sarà per la scelta delle modelle, sarà per lo stile un pò Pin-Up di alcuni set, saranno le profonde distorsioni applicate alle forme femminili ma una cosa è certa, davanti ai suoi lavori non si può rimanere impassibili. Andrea Simoncini, nato a Roma ma vissuto tra Italia e Inghilterra, si laurea al politecnico di Kingstone ( a Londra n.d .r) in disegno industriale.
Dopo aver lavorato per agenzie di design Milanesi/Londinesi, sfrutta le conoscienze acquisite "sul campo" per lanciare i frutti delle sue prime ricerche artistiche, linee di gioielli in fusione di bronzo, e dedicandosi alla creazione di grafiche e mandala digitali. Solo nel 1999 inizia a lavorare sul corpo femminile; punto di partenza la scultura, ispirandosi alle dee madri primitive per passare poi al disegno e in fine alla fotografia. Ha all' attivo parecchie mostre personali, l' ultima "Heaven Can t Wait", conclusasi giusto qualche giorno fa.

Segue breve chiaccherata con il diretto interessato...


D&H: Ciao Andrea, la prima cosa che colpisce, o per lo meno che ha colpito me, delle tue fotografie sono i colori e le forme, spesso distorti, tanto da sembrare più  illustrazioni che non scatti. Usi qualche tecnica particolare o si tratta di un buon lavoro di editing digitale in post produzione?

Andrea: L’effetto che rende i ritratti più pittorici è dovuto sia al tipo di illuminazione che utilizzo durante la sessione fotografica che al lavoro successivo allo scatto eseguito in fase post produttiva, per alcuni ritratti questo vuol dire anche tre o quattro giorni di lavoro.

D&H: Vista l' intensità erotica dei tuoi lavori è difficile trovare spazzi espositivi?

Andrea: Non è difficile, anche perché non associo il nudo presente nei miei lavori con l’erotismo, ogni tanto potrebbe capitare che a prima vista uno potrebbe venir letto in questa maniera, ma comunque sia tutto ciò è secondario al contenuto
 emotivo dell’immagine che penso sia molto più forte ed evidente.
Inoltre molti miei lavori contengono solo
nudi parziali o casti, che sono anche più facili da esporre...


D&H: C'è qualche artista che ti ispira o ti ha ispirato nella tua ricerca artistica?

Andrea: Gli artisti che maggiormente mi ispirano sono in genere pittori, per cui i maestri del rinascimento, gli espressionisti, i surrealisti, i pop surrealisti... anche alcuni pittori figurativi dell’arte contemporanea.

D&H: Ascolti musica mentre lavori? che cosa ascolti?

Andrea: Dipende dal tipo di lavoro che devo svolgere, se richiede molta concentrazione il silenzio mi permette di focalizzarmi meglio su quello che faccio, se sto eseguendo un lavoro di tipo ripetitivo ascolto spesso musica, non ho un genere particolare, spazio molto, dalla musica classica al rock anni ’70, dall’ambient alla New Wave electropop degli inizio anni ’80.

D&H: Consigliaci un artista del panorama milanese o Italiano che trovi interessante...

Andrea: ... Giuseppe Arcimboldo

D&H: Fatti la domanda che avresti sempre desiderato ti facessero
durante un intervista e datti una risposta.


Andrea: La domanda perfetta insomma... difficile... una domanda del genere varia a seconda di chi fa l’intervista, di chi la leggerà, di come mi sento io in quel determinato momento e in che fase di lavoro mi posso trovare, per cui la domanda che desidero mi facessero è quella al quale posso dare una risposta azzeccata e fluida, ecco, tutto qui, penso di aver anche risposto alla seconda parte della tua domanda...


Cocludendo senza tanti fronzoli vi consiglio di andare sul suo sito a vedere gli altri lavori, alcuni non li abbiamo potuti pubblicare qui perche troppo"osè" per dirla alla maniera di mia nonna. Chiudo ringraziando Andrea per la disponibilità e la simpatia, non esitate a contattarlo per curiosità/info/lavoro!!!

      

giovedì 6 ottobre 2011

Solo altri materiali dello spazio umano: Frauke Thielking

Mai male riprendere discorsi che ci piacciono. Ad esempio tutto quel che lega il corpo umano e lo spazio. E il colore, ben justement.
Se le persone bidimensionalizzate nelle colate primarie su nero di Olaf Breuning vi avevano agganciato, sicuramente il vostro prossimo appuntamento al buio è con Frauke Thielking.
Nel lavoro di questa fanciulla tedesca che strizza l’occhio più alle mode concettuali che non a quelle tecniche, la forma del corpo umano cortocircuita con quella del costruito, della natura, del disordine di varia origine, della meccanica delle macchine. L’uomo è un ostacolo su una pista d’atletica, una scavatrice in una cava.
Uno dei pochi casi in cui uomo e cemento possano coesistere nello stesso punto dello spazio senza necessariamente essere i personaggi di una vendetta mafiosa.

 
Enjoy