Ok, questo è ufficialmente il primo post della pseudo rubrica su
Torino, i suoi eventi e i suoi personaggi!
Con questo post si voleva aprire in grande stile, dato che tra
poco ci sarà il nuovo confronto tra due tra i festival di musica elettronica
più pompati d'Italia: Movement & Club to Club.
Incominciamo dal Movement: un festival di musica elettronica che
dal 2006 è in continua trasformazione, e da qualche anno è in collegamento
diretto con Detroit, che ha avuto come ospiti niente meno che Mr Fatboy Slim a
far saltare le folle, senza parlare dei soliti grandi nomi come Hawtin, Vath,
Loco Dice e chi più ne ha più ne metta.
E quest'anno punta su una scaletta di tutto rispetto: come
superospitone c'è un grande ritorno a Torino per gli Underworld, già reduci da
un gran spettacolo al Traffic di un paio di anni fa; a costituire la
solidissima ossatura della macchina da guerra ci sono poi veterani della musica
techno come Carl Craig in "Carl Craig 69" live, Laurent Garnier
(sempre live), Derrick May accompagnati dalle nuove (consideriamole nuove) leve
come Cassy, Guy Gerber, Steffi & Shinedoe.
Inoltre sempre calde le serate precedenti con il team del Cirocoloco (Tania Vulcano, Pullen & soci) e la serata elengatissima con gli Aufgang a teatro.
Inoltre sempre calde le serate precedenti con il team del Cirocoloco (Tania Vulcano, Pullen & soci) e la serata elengatissima con gli Aufgang a teatro.
Da tenere d'occhio gli Aufgang e le loro
sperimentazioni sonore, Visionquest (quartetto di eccellenza con Troxler,
Reeves, Curtiss & Crosson) progetto che manipola, crea e remixa il suono in
modo unico mescolando le influenze dei vari tour mondiali, Damian Lazarus
e i suoi suoni onirici. Fresca fresca e molto importante si annuncia poi la comparsa
di novità come Space Dimension Controller con la sua voglia di galactic funk dall’Irlanda,
e di gente come Tale of Us, infaticabili remixatori e uomini-spettacolo
italo-berlinesi, anche loro made in Visionquest.
E poi naturalmente ci sono tutti gli altri.

Esplorazioni delle arti digitali del suono, questa la materia del
festival, ed esplorazioni il più possibile ampie. E allora avanti con rielaborazioni
di Čajkovskij e Bartok all’Auditorum, come con ospitate dei resident del
Berghain (rispetto per l’arrivo degli habitués
Dettman & Ben Klock) o scure
Hyperdub nights con Kode9.
Tutto fuorché uno one-shot festival, anzi, una ragnatela di eventi
capaci di riunire l’auditorium, il locale, il museo, la megaserata, esprimendo
l’arte nel suono, nell’immagine, nello spazio, come si è visto con le
esperienze di sonorizzazione spaziale di Maps of Enthusiasm, e come si potrà
vedere in chiusura con il tributo all’Italia di Zeitgeist.
Fuori luogo fare un vero “vs.” di due esperienze così differenti,
anche se molti nomi ritornano e suggeriscono legami fascinosi.
Come D&H ci siamo e ci saremo, e daremo un’occhiata a figure
nuove come quelle che vi ho appena tirato fuori, per raccontare come Torino sia
sempre di più una scena impossibile da trascurare.
Il giudizio sul confronto è naturalmente riservato alla fine dei
due eventi (a breve un paio di Playlist per farsi un'idea!)
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