venerdì 30 dicembre 2011

Best of..2011 D&H rulez!

Insomma, cazzo, questo potrebbe essere l'ultimo "Best of " di fine anno, e dato che come tutti, o tanti, abbiamo la compulsione di classificare la nostra vita in una specie di eterna classifica (vedi "Alta fedeltà"), beh vi proponiamo la nostra top 3 2011:

CÉSARE (sono tutti più o meno in ordine sparso,e quanto è dura sceglierne 3)

I 3 Albums:
Radiohead - The King of Limbs
James Blake - James Blake
Verdena - WOW

Le 3 canzoni:
Nicolas Jaar- I got a woman (album: Space is only noise)
SBTRKT - Right thing to do (album: SBTRKT)
Tylor the Creator - Yonker (album: Goblin)

I 3 libri:
Shantaram di G.D. Roberts
La grammatica di Dio di S.Benni
Io e Te di Ammaniti

I 3 film:
The Fighter di D.O.Russel
Somewhere di S.Coppola
Il cigno nero di D.Aronofsky


I 3 oggetti:
Vans Era (compagne di viaggio in giro per il mondo)
Persol 3007v (un bel regalo, e poi la vecchiaia avanza e voglio assomigliare a mio nonno)
Il vinile di Abbey Road (non c'è molto altro da aggiungere credo!)


GIO!

I 3 album:
Thurston Moore - Demolished Thoughts
Modeselektor - Monkeytown
Radiohead - King of limbs (essere d'accordo fa meno varietà in facciata, ma è molto più figo)

Le 3 canzoni:
James Blake - Limit to your love (sempre, comunque e mai abbastanza)
Hercules & Love Affair - Painted Eyes
Azari & III - Manic  (a-aha-a-a)

3 libri:
La donna della domenica di Fruttero&Lucentini (se si vuole conoscere il Torinese prima, e l'Uomo poi)
Auntie Mame di P.Dennis
L'ultimo disco dei Mohicani di M. Blatto (Hornby, vatti a nascondere)

I 3 film:
Il discorso del re di T.Hooper
La pelle che abito di P.Almodòvar
Carnage di R.Polanski

I 3 oggetti:
cappotto monumentale blu (da Corto Maltese) di Lanvin  (nell'inverno parigino, mai senza)
Lancia Delta  (è un oggetto, si abbina con tutto, lascia i tamarri fermi al semaforo e soddisfa anche gli spiriti più edonistici)
AKG K430 (non un paio di cuffie, un organo vitale connesso al piacere e alla trascendenza)


 HATS !!!

I 3 album:
Baths - Cerulean
Foo Fighters - Wasting Lights
Medesky, Martin & Woods - Last Chance to Dance Trance (perhaps)

Le 3 canzoni:
Foo Fighters - Bridge Burning
White Stripes - Hotel Yorba
Foreign Beggars feat Noisia -
  Contact 

                                       I 3 libri:
                                       Ogni cosa è importante - Ron Currie
                                       Caos Calmo - Sandro Veronesi
                                       11 Minuti - Paulo Coelho 

I 3 film:
Dogtooth di  Y. Lanthimos
Carnage di R.Polanski ( essendo l' ultimo a scrivere passero per plagiatore )
Waking Life di R. Linklater


I 3 oggetti:
Polaroid SX-70 ( più che una macchina fotografica un pezzo d' antiquariato ma soprattutto un trofeo )
Bose IE2 ( caro Giovanni le tue akg a confronto sono la radio della nonna )
Teisco del Ray ( chitarra elettrica anni 60 ...tanto ammore...)      


Ammettetelo, anche voi siete lì a malmenarvi le meningi chiedendovi se mettere più in alto Radiohead o Lana del Rey. Lo sappiamo che lo farete, almeno per le prossime due ore, non arrossite.
Per il resto...wow! 2011 muscolare per la famiglia D&H, e sicuramente anche per voi: noi ci ritiriamo, riemergiamo dalle relative sbronze, e ci prepariamo a ridarvi la vostra giusta quantità di design, nerdismo, musiche cerebrali da balera, oggetti inutili, cinema sfigato, ricette della nonna, epiche battaglie di stile tra mesozoiche radio della suddetta nonna e fescionissime supposte da orecchio (@Hats, lots of love)...pronti??!!

Il 2012 by D&H sfrigola sulle piastre...state pronti, potreste non riconoscerci più (il che non sarebbe male), oppure riconoscere in noi i fighi che avete sempre desiderato!

In ogni caso.... buon 2012 you Duckers!

Enjoy, and stay tuna.


lunedì 19 dicembre 2011

D&H World: Blue Chicken

 Ecco un'artista davvero interessante che viene dal Sud America.
Blue Chicken (ai tempi Raul Ramirez) è un grafico e illustratore venuezelano di Caracas, che prende spunto direttamente dalla cultura sudamericana ma buttandoci dentro un po' di colori fluo, il mondo dei tatuaggi, la psichedelia e un po' di macabra ironia.
Sinceramente mi ci sono imbattuto del tutto casualmente, mentre ero alla ricerca di tutt'altro (cose di tatuaggi, ma questa è un'altra storia), e mi è piaciuto subito il taglio che dava alle sue illustrazioni, del tutto unico e particolare.
Blue Chicken, veneuzuelano di Caracas, ha lanciato una sua linea di abbigliamento, e collaborato con diverse altre linee indipendenti (come Neutroni, le magleitte in barattolo), inoltre ha disegnato copertine di album e ha collaborato con diverse riviste indipendenti, ma tutto questo di contorno ad un lavoro grafico vettoriale di tutto rispetto.
Di seguito un po' di suoi lavori, il resto come al solito qui
 













sabato 10 dicembre 2011

Guido Catalano...Poeti nella crisi.

Prendete i vostri stereotipi di "poesia" e "poeta", quelli imparati al liceo o ancor prima alle medie, quelli noiosi , fatti di parole spesso incomprensibili. ....Ora... Provate a leggere una poesia di Guido Catalano e ditemi se quest' uomo, in 10 minuti, non riesce a "riscattare" le vostre convinzioni adolescenziali sulla sfigataggine della poesia . Ebbene si , andare ad un reading di Guido è come fare una cena con gli amici bevendo del buon vino,  o almeno questa è l' aria che si respira alle tante serate da lui organizzate. In effetti, parlando dei suoi lavori, il termine "poesia" non è il più corretto, la sua è un ibrido fra quest' ultima e uno spettacolo di cabaret; vuoi per i temi trattati , vuoi per la teatralità delle sue esposizioni. Il risultato è uno spettacolo che di volta in volta pur variando nella forma, mantiene costante la simpatia, l' ironia e la giocosità che sono un pò il suo marchio di fabbrica, senza dimenticare la folta barba nera e gli svariati difetti di pronuncia che danno un tocco di comicità al tutto rendendolo ancor più vicino agli spettatori e azzerando il distacco sulpalco/davantialpalco. Come ho accennato poco fà, le serate da lui orgnazzate sono veramente tante, tanto da richiedere una breve lista per punti con annessa spiegazione.







- Il Grande Fresco:  
 E un riuscito incrocio tra poesia comica e canzone d’autore, un concerto reading in cui Federico Sirianni e Guido Catalano, supportati dal poliedrico chitarrista Matteo Negrin e da uno o più ospiti invitati in ogni serata, affrontano, attraverso le parole, la musica, l’ironia e una vena sentimentale decisamente spinta, i temi più disparati della quotidianità divisi in storie d’...amore, non d’amore e del terzo tipo. E' un varietà, ma anche un luogo d'incontro dove musicisti, scrittori, comici, attori, poeti, danzatrici del ventre, maghi, psicologi post junghiani, cantautori, serial killer, fachiri e usurai si ritrovano per esibirsi ognuno secondo la propria arte e la propria forma espressiva.Lo spettacolo, rodato con grande successo nell’ultimo anno a Torino e in numerose altre città italiane, è diventato una sorta di “cult” che gli appassionati seguono ormai da tempo fedelmente.

- Sbronzi all' Alba Senza Sigarette:
Progetto poetico/musicale realizzato dal poeta torinese Guido Catalano e dal musicista Andrea Gattico insieme alla violinista giapponese Mayumi Suzuki. Un poeta, un pianista e una violinista si incontrano, si salutano, bevono qualcosa. Un improvviso senso di benessere. Il trio si forma nel 2004 con l' obbiettivo di creare una fusione di poesia e musica che si traduce in una serie di spettacoli a metà tra il concerto e il reading poetico.
- Poeti in Lizza:
Poeti in lizza è un torneo di Poetry Slam, una gara fra poeti, con giuria popolare: un evento ad alto tasso spettacolar-poetico e un'ottima occasione, per poeti-performers, di incontrarsi, misurarsi e divertire se stessi e il pubblico.
Senza dimenticare che ha all' attivo quattro libri ( in ordine cronologico ) "ICani", "Sono un Poeta Cara", "Motosega" e,

l' ultimo, "La Donna che si Baciava con i Lupi".

Giusto qualche settimana fà ho avuto il piacere di "intervistare", anche se è una parola grossa, Guido in un bar di Piazza Madama...Quelli che seguono sono gli spezzoni che mi ricordo della suddetta chiaccherata.
D&H: Allora...Parliamo del senso di questa intervista prima di tutto. Oltre a intervistarti vorrei, partendo da te, capire se esiste un filo conduttore che collega questa "ondata" di cantautori/scrittori/poeti che negli ultimi 3 anni hanno preso sempre più spazio nella nostra città e non solo. La scelta di partire proprio da te non  è casuale visto che non sei esattamente un neofita di questa "scena" , se cosi la possiamo chiamare, anzi ...hai alle spalle più di una decade di lavori. La domanda iniziale è quindi... Esiste una scena artistica torinese e se si qual è il filo conduttore?

Guido: In effetti negli ultimi anni c' è stato un boom delle iniziative artistiche in citta, vuoi le olimpiadi e la spinta che hanno dato all' immagine in generale della città, vuoi che molti locali hanno iniziato a puntare di più su serate con spettacoli dal vivo sperando anche di attirare gente. Sicuramente anche a livello nazionale ora come ora Torino e una delle citta più attive sia dal punto di vista artistico sia come organizzazione di eventi e quindi spazi per esibirsi.




D&H: Giusto per fare qualche nome di tuoi piu o meno colleghi vorrei citare tra i tanti, Antimusica Michele, Bianco e Vittorio Cane...sicuramente me ne sarò dimenticato alcuni...Spero che non si offendano. Loro sono cantautori, ma secondo me hanno molti punti in comune con la tua poesia. Innanzitutto so che in molti spettacoli ti accompagnano musicisti (vedi "Il grande Fresco", "Sbronzi all' alba senza sigarette" e altri ancora) e questo è un punto di partenza; in oltre i temi trattati e la chiave ironicoumoristica in cui vengono letti sono un tratto ricorrente nei lavori di entrambe le categorie poesia/cantautorato.

Guido: Si , effettivamente ci sono molti tratti in comune; io stesso quando ho iniziato a 18 anni l' ho fatto cantando in un gruppo rock e la musica è un altra delle mie passioni. In oltre conosco personalmente molti dei gruppi che hai citato e ad esempio ho collaborato in alcune serate con Antimusica Michele di cui sono per altro amico. Ti consiglio un altro cantautore sempre torinese secondo me molto bravo, Matteo Castellano con cui collaboro spesso.

D&H: Approfondirò al piu presto....Una delle prime domande che mi sono venute in mente di farti dopo aver deciso di intervistarti è stata: Si puo vivere di poesia al tempo della crisi economica?

Guido: Di poesia soltanto è impossibile, forse due secoli fà. Qui in Italia conosco giusto 3 o 4 persone che vivono solo di quello; scrivono libri, fanno reading di presentazione. Il mio punto di forza sono gli spettacoli, con quelli si riesce a vivere: io ne faccio circa 12 al mese tra reading, spettacoli in cui sono accompagnato musicalmente e Poetry Slam.

D&H: Effettivamente guardando il tuo calendario di eventi si nota subito la quantità impressionante di spettacoli.

Guido: Sono molto attivo e organizzo molti eventi e tour , soprattutto qui in citta ma anche nel resto d' Italia; vedi Genova , Milano, Roma e sporadicamente in Puglia. Ho un approccio più da gruppo musicale che non da poeta in effetti. L' idea che fa funzionare il tutto è  che variando la tipologia di spettacoli, posso offrire diverse soluzioni in base al tipo di evento e poi lavorare insieme a musicisti professionisti come Andrea,  Mayumi e Matteo ha allargato la rete di locali ed eventi in cui potersi esibire.



D&H: A proposito di spazi in cui potersi esibire; come hai fatto a prendere visibilità agli esordi?

Guido: In realtà e stata una crescita lenta, all' inizio lo facevo per passione e non avrei pensato sarebbe potuto diventare un lavoro. Facevo 3 o 4 spettacoli l' anno, in circoli arci per lo più. Poi grazie al passa parola e un minimo di organizzazione sono inizati ad aumentare e con gli spettacoli anche il seguito di pubblico e dopo circa 6 anni da che avevo esordito iniziarono i locali stessi a contattarmi. In tutto ci sono voluti 10 anni dei quali solo negli ultimi 3 è diventato un vero e proprio lavoro.

D&H: So che hai anche lavorato in tv. Come ti sei trovato? Ti ci vedresti in uno "Zelig" di turno? pensi ci siano spazzi per il tipo di poesia che fai nella tv nostrana?

Guido: Si ho lavorato anche in tv; su Mtv per una stagione in un programma condotto da Camila Raznovich e poi un anno e mezzo fa su La7 al "Barbareschi Sciock" per un paio di puntate. Nessuna delle due esperienze è stata molto esaltante. Per quanto riguarda Zelig ma piu in generale in questi tipi di programmi non penso che mi ci vedrei; si fa un tipo di comicità basata sui tormentoni e su tempi molto brevi. Di comici ai livelli di Paolo Rossi o Cornacchione non ce ne sono più in tv a parte appunto quelli della vecchia scuola. Gli unici programmi in cui mi ci vedrei sono quelli della Dandini o "che tempo che fa".

Ora...Sicuramente abbiamo parlato di un sacco di altre cose interessantissime ma  considerando il negroni e l impossibilità di utilizzare il mio fido registratore portatile, causa filodiffusione, meglio di così non potevo fare. Lo so, starete pensando "Perchè non gli ha chiesto del libro nuovo?", "Perchè non gli ha chiesto cosa lo ispira nella scrittura delle sue pesie?"....Vi rispondo subito...se vi state ponendo la seconda domanda è probabile che non abbiate mai letto nulla scritto di suo pugno quindi il consiglio è di  farlo al più presto....Riguardo alla prima domanda...bhe...magari ne abbiamo parlato e non me ne ricordo.


Un ringraziamento ed un "inboccaallupo" dalla redazione di D&H per l' uscita del nuovo libro!


venerdì 2 dicembre 2011

D&H World: Dalla Norvegia Horror, surf e anni 60

Kristian Hammerstad è un illustratore norvegese, per la precisione di Oslo, completamente autodidatta, e con uno stile tutto suo. I suoi lavori sono il giusto mix tra il fumetto horror, la surf generation, e gli anni 60, e l'hanno reso celebre in tutto il mondo.
Oggi lavoro in uno studio ad Oslo, e vanta clienti come AOL, New York Times, Wired ecc.. illustrazioni per artisti come Robyn, Seven Inch Skateboard & much more..
Mi ha colpito l'ironia tagliente, lo stile unico, e alcuni lavori visti per caso qua e la sul web..era da tanto che non si pubblicava l'opera di qualche giovane illustratore..beh secondo me vale la pena dargli un'occhiata (qui)










martedì 15 novembre 2011

Breton!

Inglesi (e già non guasta), figli e abbastanza padri del cortometraggio indie, noi si va oggi a presentare lo spaesante e magnetico fenomeno dei Breton. In sintesi: un collettivo, un profilo basilarmente squat con sede sudlondinese ricavata da una vecchia banca prontamente nominata BretonLABS, e soprattutto un modo completamente diverso di maneggiare tutti quei “rottami” sonori e visuali di cui tanti fanno tanto uso.
Io posso dire di aver usato spaesante e magnetico proprio per questo; sono stato raggiunto in piena faccia da The Commission e questa è stata la sequenza: “ok, campioni e rumori” – “..ma..cosa??” – vuoto d’aria – tuffo in un altro mondo – nuotata di suono. Fanciulli, funziona!
Qualsiasi dubbio sulla loro prevedibilità o su loro timori nell’accostamento e trattamento degli scampoli che colpiscono le nostre orecchie dovrebbe sparire, poi, se vi metteste lì quei due minuti a godervi December come una passeggiata: bel modo di scoprire degli autentici facinorosi dell’audio. Per non parlare del video.
E anche dei veri draghi del marketing, se vogliamo, ottimi nell’avvolgersi in un’aura di imperscrutabilità, toni scuri e apparizioni in scuri cappucci, tutto accompagnato da video affettati, interrotti e ripresi che ci fanno appena gustare un attimo del loro lavoro e poi via.
 
Non pretendiamo certo di fare i grandi scopritori, il nostro collettivo del giorno è già stato Gruppo del Giorno del Guardian, giusto per dire. “Unscrutable, see how unscrutable they are!” ci ripetono sovreccitati i redattori; e se consideriamo che i riferimenti sono a un album in via di cottura negli studi dei Sigur Rós in Islanda (cottura annnunciata il 2 di novembre), fate un po’ voi.
Ma una volta che avete fatto, mi raccomando: guai a voi se non seguite gli sviluppi della faccenda! non abbiamo ancora finito di parlare di Breton, né abbiamo ancora iniziato a parlare con Breton.. news to come out molto presto.
 
State tunati, e naturalmente enjoy




domenica 13 novembre 2011

The Art of Flight Word Tour: Italia..Finalmente!




Dopo otto mesi dal primo post, oggi finalmente arriva  in Italia il famoso e pompatissimo World Tour dell'ormai celebre "The Art of Flight" (con proiezione in prémiere al cinema Orfeo di Milano)..uno yeah corale per tutti gli amanti del genere.
Per chi non ne fosse ancora a conoscenza "The Art of Flight" è quello che può essere definito oggi il video di snowboard per eccellenza. Chiunque ami i powder da paura, l'adrenalina, muri di 30 metri, salti da togliere il fiato, o semplicemente la e la neve, questo video è al caso vostro.
Travis Rice e soci vi allieteranno a dovere, andando in posti mai surfati prima come l'Argentina e capo horn. Da vedere assolutamente per gli appassionati.



E per chi volesse qui di seguito, una nostra selezione dei migliori teaser della stagione 10/11 , ma giudicate voi stessi!

lunedì 7 novembre 2011

D&H Torino: Movement vs. Club To Club pt.3 - the day(s) after


Finita la settimana elettronica Torinese, possiamo fare un'attimo il punto della situazione su tutto quello che è successo (e che succede, oramai da qualche anno) a Torino in questo fine ottobre inizio novembre caldo come il fuoco, o come l'ennesimo long island di troppo.

MOVEMENT

Sicuramente, anche senza il richiamo di nomi enormi come i Chemical dell’anno scorso, il Movement ha saputo regalare le sue perle, soprattutto aspettando che la serata di lunedì esplorasse nel profondo la fredda notte che la accoglieva.

Dopo l’apertura di Underworld si può dire che i più grossi problemi di contenimento delle folle li abbiano avuti le “salette” dedicate alle evoluzioni firmate Visionquest e al live di Laurent Garnier: i Visionquest sono riusciti a creare un mood unico ed efficace tra deep chicago e acid passando in grande stile da un genere all'altro e lasciando spazio ai nuovi suoni e nuove sperimentazioni musicali (da dare merito anche a Seth Troxler che anche da solista ha continuato a far saltare la sala rossa per sostituire gli Art Departement, purtoppo assenti per problemi familiari); sull'altro fronte, tre ore di ininterrotto cannoneggiamento  techno rigorosamente concepito, assemblato e sparato onSite per Garnier e il suo progetto LBS. Cose turche, se solo non fossero state tedesche e francesi. Ancora da segnalare, per chi fosse sopravvissuto a Garnier, un Curtis Jones di tutto rispetto nei suoi panni (e capelli, soprattutto capelli) di Green Velvet, perfetto colpo di grazia in perfetta continuità con la sana technaccia che aveva aperto le danze in sala: LaLaLand sembra ancora reggere dopo 10 anni.
Molto interessante vedere come il nuovo sia venuto dalla capacità di figure già confermate di riproporsi o reinventarsi in maniere molto credibili, attraenti, insomma, di guidare la novità.
Stupito e colpito anche da Damian Lazarus e i suoi suoni elettronici e i Tale of Us sul finale, menziono anche Guy Gerber e il suo bel live set (tra l'altro Gerber e Troxler hanno deciso di continuare ad alternarsi all'afterparty ai murazzi).



CLUB to CLUB

Avevamo invece già detto come C2C sarebbe stato una nuvola di asteroidi (e chiamiamoli asteroidi) invece di una monobomba destinata a tirare le somme di alcune serate col seratone-isozaki, e così è stato. Indipendentissimi l'uno dall'altro i vari eventi, sia per ispirazione del luogo sia per menu del giorno, con botto finale al lingotto e chill out domenicale post-traumatico con le scintille d’arte e l’encore di Alva Noto per gli affezionati.
La nostra esperienza inizia il 4 novembre con un gusto tutto anglossassone, partita con un dj set molto elegante al teatro Vittoria con Alessio Bertallot e Franky B  dietro alla consolle a scegliere per pochi fortunati alcune chicche creando un mix di house, dubstep, elettronica e jazz. Seguivano Opium Child e Planningtorock. Conclusione con la notte Hyperdub, un po' diversa dalle aspettative, ma con un Martyn caldissimo in grado di mescolare Techno Minimal Dubstep e Drum'n'Bass (anche se in maniera ridotta gli ultimi due) che si è dimostrato vero e grande animatore della serata; di seguito Mr. Kode 9, re dell'Hyperdub, che con i pezzi, i suoni e le atmosfere che hanno caratterizzato la sua etichetta ha saputo trasportare la serata ad un classico venerdì sera del Fabric. 
Invece, sotto l’immancabile pioggia torrenziale (ci si inizia a chiedere, vista la ricorrenza, se non sia anche lei in contratto con Xplosiva), lo stesso Lingotto, in cui a primavera circoliamo con borse di tela e cataloghi di raffinatissimi editori centromarchigiani, si è prontamente trasformato, sabato sera, in un’arena senza timor di confronti con spazi molto illustri. Urla da rivoluzione francese al comparire di Modeselektor, e da lì in giù non ce n’è stato più per nessuno. Chiara e semplice la scelta: mazzate. Presentazione di tutto rispetto per il nuovo album dei due germani, dopodiché altro incontenibile carico di punta con Marcel Dettmann (nessuna novità, ma la certezza di un set da professionisti) e momenti di adorazione messianica con un Jeff Mills ormai davvero privo duna qualsiasi datazione.
Ma guai a trascurare un altro caldissimo (anche irrespirabile, sinceramente) pezzo della serata, la sala rossa che ha visto passare e lasciare il segno Pantha du Prince, Pearson Sound e Caribou. Pantha du Prince e il suo suono minimale e raffinato ha contraddistinto la serata caldissima per il clima e l'afa, e ha scaldato i motori alla gente a suon di bassi e clap, traghettando verso la nuova promessa PearsonSound (Ramadanman), che con la componente stilistica che lo contraddistingue ha creato un percorso musicale di tutto rispetto prendendo il meglio del "new sound" inglese e mixando con cura. Infine il buon Dan Snaith/Caribou ha fortunatamente evitato di fare il personaggio-Caribou, ma ha fatto in modo di fare un vero dj set.. alla maniera di un indefinibile come Caribou. Deluso chi si aspettava l’epifania dello stereotipo, quasi commosso chi invece è andato colla curiosità necessaria. Davvero altri mondi.


Lo avevamo già detto, sarebbe rimasto ugualmente deluso chi da noi si fosse aspettato un giudizio sul “vs.” che segna i nostri titoli: no, non diciamo se vogliamo più bene a mamma o a papà, perché non ce n’è bisogno.
Ci interessa di più che in generale ci possiamo rendere conto della potenza di relazioni che questi momenti hanno avuto per Torino col resto di un mondo che fino a poco tempo fa passava un po’ più in là; un mondo di cui non basta giocare a far parte con un “Torino si è svegliata”. Tanti di quelli che sono passati in riva al Po in questi giorni hanno dato il segno di una vera relazione con Torino, altri hanno fatto lo spettacolo e ciao. Naturale che noi ci interessiamo dei primi, di che rapporto hanno costruito tra i loro modi , i loro mondi, e il nostro: aspettatevi da noi un bel po’ di cose a riguardo, nei prossimi tempi.

Stay tuned, and enjoy!

lunedì 31 ottobre 2011

D&H Torino: Movement vs. Club To Club, Tracks (/Trucks) Apart playlist (pt.2)

La nostra Trucks Apart, sempre in attesa di dedicarsi alla sua passione principale, cioè associare qualsiasi musica ad un tema, esce per una volta assieme alla sua  collega neonata, Ducks & Hats Torino.
Quindi, come promesso, ecco una mini Plalyist per farvi un'idea sui festival!


enjoy


MOVEMENT:
Underworld - Crocodile
Aufgang - Barock
Sueil - Prostitute (Visionquest Remix)
Cassy -  A plea for me
Damian Lazarus - Bloop Bleep
Cesaria Evora - Angola (Carl Craig Remix)
Laurent Garnier - Flashback
Space Dimension Controller - Mercurial Attraction
WhoMadeWho - Every Minute Alone (Tale Of Us Remix)























 CLUB TO CLUB:
 Apparat - Black Water 
Daphni (Caribou) - Yes I Know  
Modeselektor - German Clap
Pearson Sound - Blanked  
Kode9 - You don't Wash (possibilmente dub)
Egyptrixx - Barely 
Marcel Dettmann - Barrier





venerdì 28 ottobre 2011

D&H Torino: Movement vs Club to Club (pt.1)


Ok, questo è ufficialmente il primo post della pseudo rubrica su Torino, i suoi eventi e i suoi personaggi!
Con questo post si voleva aprire in grande stile, dato che tra poco ci sarà il nuovo confronto tra due tra i festival di musica elettronica più pompati d'Italia: Movement & Club to Club.

Incominciamo dal Movement: un festival di musica elettronica che dal 2006 è in continua trasformazione, e da qualche anno è in collegamento diretto con Detroit, che ha avuto come ospiti niente meno che Mr Fatboy Slim a far saltare le folle, senza parlare dei soliti grandi nomi come Hawtin, Vath, Loco Dice e chi più ne ha più ne metta.
E quest'anno punta su una scaletta di tutto rispetto: come superospitone c'è un grande ritorno a Torino per gli Underworld, già reduci da un gran spettacolo al Traffic di un paio di anni fa; a costituire la solidissima ossatura della macchina da guerra ci sono poi veterani della musica techno come Carl Craig in "Carl Craig 69" live, Laurent Garnier (sempre live), Derrick May accompagnati dalle nuove (consideriamole nuove) leve come Cassy, Guy Gerber, Steffi & Shinedoe.
Inoltre sempre calde le serate precedenti con il team del Cirocoloco (Tania Vulcano, Pullen & soci) e la serata elengatissima con gli Aufgang a teatro. 
Da tenere d'occhio gli Aufgang e le loro sperimentazioni sonore, Visionquest (quartetto di eccellenza con Troxler, Reeves, Curtiss & Crosson) progetto che manipola, crea e remixa il suono in modo unico mescolando le influenze dei vari tour mondiali, Damian Lazarus e i suoi suoni onirici. Fresca fresca e molto importante si annuncia poi la comparsa di novità come Space Dimension Controller con la sua voglia di galactic funk dall’Irlanda, e di gente come Tale of Us, infaticabili remixatori e uomini-spettacolo italo-berlinesi, anche loro made in Visionquest.
E poi naturalmente ci sono tutti gli altri.

Profilo completamente diverso per Club To Club, che sbarca a Torino, lanciato e rilanciato da anteprime a Milano e a Roma (con ancora fumanti i ricordi della scappata di questa primavera nell’immancabile Istanbul) con la sua undicesima edizione dal concept ambizioso e decisamente bomba: the italian new wave.  Perché "Qualcosa sta succedendo in Italia: THE ITALIAN NEW WAVE", lo ha twittato James Holden durante la scorsa edizione.
Esplorazioni delle arti digitali del suono, questa la materia del festival, ed esplorazioni il più possibile ampie. E allora avanti con rielaborazioni di Čajkovskij e Bartok all’Auditorum, come con ospitate dei resident del Berghain (rispetto per l’arrivo degli habitués Dettman & Ben  Klock) o scure Hyperdub nights con Kode9.
Quasi tutta l’elettronica è rappresentata nella lineup: un altro po’ di Detroit con Jeff Mills che festeggia i 20 anni di Axis records, l’imprevedibile e per fortuna a-prova-di-incasellamento con Caribou in dj set, la più che emersa Inghilterra di Ramadanman (oggi Pearson Sounds) e Zomby, l’Italia più complessa con la techno di Lucy, l’inedito “O” di Vaghe Stelle Stargate e A:RA, i set di Bertallot e Franky B. Ovviamente, poi, Germania in quantità, per non parlare della qualità: Apparat con band a presentare il nuovo album, e stesso si dica di Modeselektor.  Gelsomini per lo spirito poi con la presenza di Deniz Kurtel e Egyptrixx.
Tutto fuorché uno one-shot festival, anzi, una ragnatela di eventi capaci di riunire l’auditorium, il locale, il museo, la megaserata, esprimendo l’arte nel suono, nell’immagine, nello spazio, come si è visto con le esperienze di sonorizzazione spaziale di Maps of Enthusiasm, e come si potrà vedere in chiusura con il tributo all’Italia di Zeitgeist.

Fuori luogo fare un vero “vs.” di due esperienze così differenti, anche se molti nomi ritornano e suggeriscono legami fascinosi.
Come D&H ci siamo e ci saremo, e daremo un’occhiata a figure nuove come quelle che vi ho appena tirato fuori, per raccontare come Torino sia sempre di più una scena impossibile da trascurare.


Il giudizio sul confronto è naturalmente riservato alla fine dei due eventi (a breve un paio di Playlist per farsi un'idea!)